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Storia di Lucca

Lucca

storia-luccaLe antiche origini Lucca risalgono all'epoca Etrusca e Romana e vedono sorgere la città in un territorio di confine e di contatti in una zona riparata e leggermente elevata rispetto alle diramazioni del fiume Serchio, che attraversava la città, in un territorio di contatti e di confine tra l'area etrusca e quella ligure. Le ricostruzioni storiche sul nascere della città sono ancora controverse, si parla infatti di un primo insediamento ligure. Il nome Lucca deriverebbe dalla parola celto-ligure Luk che significa "luogo paludoso"; tuttavia, al tempo stesso, la stessa radice di Luk riporterebbe alla parola "luce" e avrebbe indicato una radura nella vegetazione. Basandosi su recenti scoperte archeologiche, alcuni studiosi attribuiscono agli Etruschi il sorgere di Lucca anche se sappiamo ancora poco dell'insediamento pre-romano.
Certo è che Lucca fu dal 180 a.C. colonia latina come testimoniano le caratteristiche architettoniche dell'epoca: l'Anfiteatro, il foro in Piazza S. Michele, l'ortogonalità delle vie del centro storico impostate dal cardo e dal decumano corrispondenti alle odierne via Fillungo-Cenami e via S.Paolino- Roma -S. Croce. Al periodo romano risale anche la prima costruzione della possente cinta muraria che ne faceva una piazzaforte a difesa degli attacchi del nord. Nel 56 a.C. Lucca fu la sede dell'importante incontro tra Cesare, Pompeo e Crasso per rinnovare i patti del Primo Triunvirato. Testimonianza dell'epoca romana resta dunque l'evidente impianto urbanistico della città.
A partire dal I secolo d.C. il cristianesimo s'insediò a Lucca, come dimostra il vescovo Massimo che nel 343 sottoscriveva il Concilio di Sardica (attuale Sofia) presso la chiesa dei Santi Giovanni e Reparata dotata di battistero.

IL MEDIOEVO - Lucca nel XV secolo
luccaNel corso del I secolo d.C. si alternarono al potere della città di Lucca, Ostrogoti (493), Bizantini (552) e Longobardi (tra il 568 e il 584). Dopo le guerre gotiche il vescovo di Lucca, San Frediano, assunse funzioni amministrative promuovendo importanti lavori idraulici per allontanare dalla città le acque del fiume Serchio. San Frediano fu fondamentale nel ruolo di mediatore all'inizio dell'invasione dei Longobardi che fecero della città di Lucca un loro ducato. A quest'epoca risale l'apertura della zecca che continuò le sue emissioni fino al 1847 dimostrandosi una delle più longeve in Europa. Il Ducato di Lucca divenne sede abituale del re longobardo Autari e punto si snodo per i percorsi della Via Francigena.
Nel 990, terminato il periodo longobardo, Lucca diviene dominio dei Franchi. La città accrebbe notevolmente la sua importanza con Carlomagno che ne fece dimora del marchese di Toscana: Adalberto I estendeva il suo dominio su Firenze e Fiesole, era tutore dalla Corsica e controllava il porto di Pisa dal quale partivano spedizioni contro i musulmani. Durante il periodo carolingio, Lucca si sviluppò nelle attività commerciali e nella produzione tessile, per la quale diventò celebre a livello europeo per qualità e bellezza dei prodotti.
L'imperatore Ludovico III invitato da Adalberto II rimase stupito dalla fastosa residenza del marchese nell'attuale zona di Piazzale Verdi. Adalberto II e i suoi successori furono arbitri in tutte le vicende italiane del periodo controllando la principale via di accesso a Roma in un ambito di quasi totale autonomia.
lucca Con la fine del X secolo, la favorevole situazione di Lucca mutò con lo spostamento del baricentro toscano su Firenze promosso prima da Ugo il Grande, poi da Bonifacio e Matilde di Canossa visti i primi attriti con le altre realtà urbane della regione. L'allontanamento del potere marchionale dalla città, la concessione di sempre maggiori autonomie amministrative da parte imperiale (grazie al diploma di Enrico IV del 1081) portarono alla nascita del Comune di Lucca, i cui consoli sono menzionati per la prima volta nel 1119.
Durante i secoli XII e XIII, il Comune di Lucca si impegnò nel consolidamenti del suo assetto territoriale sottraendo possedimenti circostanti al controllo dei feudatari locali per un maggiore inurbamento e controllo. Si manifestò uno sviluppo urbanistico volto all'accrescimento dei borghi esterni alle Mura romane sui lati est, ovest e nord a cui fu aggiunta una nuova seconda cerchia muraria terminata nel 1260. All'interno delle Mura, si portò avanti un'intensa opera edilizia con il rinnovamento e l'ingrandimento delle chiese, la crescita verticale di palazzi e edifici, come dimostrano le decine di torri gentilizie presenti nel XIII secolo. Lucca si fortificò economicamente grazie alle attività mercantili, di cambio e creditizie dovute alla Via Francigena e alla presenza di una delle più importanti e avanzate manifatture seriche occidentali.

Castruccio Castracani
castruccio Dal punto di vista politico, il Comune di Lucca si contrappose principalmente a Pisa per ovvi motivi di vicinanza territoriale e contrasti economici. Nel 1244, Pietrasanta venne fondata dai lucchesi nell'immediato entroterra del porto di Motrono per affermare il proprio controllo in Versilia messo a rischio da pisani e altri potenti locali.
Nella seconda metà del XIII secolo, Lucca divenne una città guelfa, seppure divisa internamente tra neri (rappresentanti della borghesia commerciale) e bianchi (aristocrazia terriera). L'alleanza con Firenze culminò con l'espansione territoriale di entrambe le città all'inizio del '300 ai danni di Pistoia. Tuttavia, le tensioni sociali interne dovute al grande sviluppo economico portarono al tracollo delle istituzioni comunali.: nel 1308 la parte nera al potere riformò lo statuto comunale bandendo dalla città le famiglie magnatizie. Gli equilibri regionali furono sconvolti dall'arrivo sulla scena toscana dell'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo con il suo esercito nel 1310 e dalla sua prematura morte due anni più tardi. Mentre le città guelfe si misero sotto la protezione degli Angioini, la ghibellina Pisa si pose sotto la guida di Uguccione della Faggiola. Favorito dall'instabilità politica guelfa lucchese e dalle lotte interne tra artigiani e mercanti, Uguccione con l'appoggio del lucchese Castruccio Castracani degli Antelminelli penetrò all'interno delle Mura della città nella notte del 14 giugno del 1314. Lucca fu invasa e saccheggiata.
Dopo la caduta di Uguccione, cacciato nel 1316, Castruccio Castracani divenne il nuovo signore di Lucca consolidando il potere ghibellino e promuovendo una politica espansionistica ai danni soprattutto della guelfa Firenze. Conquista una posizione importante come alleato italiano dell'imperatore Lodovico il Bavaro, che porta a una piena legittimazione delle conquiste militari. Castruccio Castracani assume così il titolo ereditario di Duca di Lucca, Pistoia, Luni e Volterra, e di vicario imperiale di Pisa. Con la sua morte improvvisa nel 1328, il Ducato lucchese crollò in un periodo di grande decadenza. Le truppe mercenarie tedesche, presenti nel territorio senza salario, si impossessarono del ducato offrendolo in vendita al miglior offerente.
Nel giro di pochi anni, la città di Lucca cadde sotto varie dominazioni straniere e nel 1342 fu definitivamente sottomessa a Pisa. Il periodo fu caratterizzato da un'economia fiacca dovuta al crollo dell'importanza della manifattura lucchese nel mercato della seta. Solo nel 1369, l'imperatore Carlo IV di Boemia decise di liberare la Toscana per riequilibrarne l'assetto politico. L'occupazione del palazzo dell'Angusta (attuale Palazzo Ducale) e l'abbattimento della fortezza portarono Lucca a ricostituirsi come Repubblica nel 1372. Notevole fu l'apporto delle comunità di mercanti lucchesi presenti in tutta Europa che contribuirono alla rinascita della città.
Dopo pochi anni, i contrasti interni determinarono un nuovo mutamento di regime spinto dai giochi di potere delle forti famiglie lucchesi. Nel 1400, Paolo Guinigi fu eletto signore assoluto della città di Lucca grazie a un colpo di mano di Giovanni Sercambi che lo dipinse come pacificatore e difensore della politica antifiorentina della città.
Nel corso del XIV secolo l'assetto urbanistico fu profondamente segnato dalla costruzione nell'area sud occidentale della Fortezza Augusta (1322) che inglobò dentro di sé i quartieri di San Pietro in Cortina (attuale piazza Grande), del Palazzo Ducale e di San Romano. I borghi orientali, sorti al di fuori della Porta di Borgo e di Porta San Gervasio e intorno alle chiese di san Francesco e San Ponziano, furono chiusi espandendo la cinta muraria e portando l'area urbana alle dimensioni attuali.

IL RINASCIMENTO
gianluigi paolo Paolo Guinigi fu un governante illuminato e responsabile e si mosse per una pacificazione della città e un rientro degli esuli. L'economia fu rilanciata e il sistema fiscale riformato. La politica estera fu gestita con prudenza riconoscendo la piccola dimensione di Lucca rispetto alla formazione degli stati regionali italiani. Il potere di Paolo Guinigi si conservò grazie anche ai matrimoni combinati: alla moglie Ilaria del Carretto fu fatto costruire intorno al 1406 il celebre sarcofago marmoreo, oggi conservato nel Duomo di S.Martino. Le tensioni e le guerre fra Venezia e Firenze, unite contro la Milano di Filippo Maria Visconti, maggior alleato di Lucca, portarono a una crisi che permise ai fiorentini l'assedio della città nel 1429. Nel 1430, una congiura interna depose Paolo Guinigi e lo esiliò.
Ritornata Repubblica, Lucca ottenne nel 1438 la pace con Firenze sostenuta dall'aiuto militare dei Visconti. La situazione territoriale era però compromessa: la Garfagnana era stata invasa in parte dagli Estensi, Barga fiorentina, Pietrasanta occupata dai genovesi e poi dai fiorentini. Tuttavia la piccola repubblica, ormai ridotta territorialmente a città-stato, tornò alla prosperità nella seconda metà del Quattrocento attraverso attività commerciali internazionali, quali la produzione di tessuti di seta di pregio. L'industria serica entrò in crisi nel Cinquecento, quando la concorrenza con gli altri centri europei portò alla sovrapproduzione causando la rivolta dei tessitori stessi. Episodio significativo fu la Rivolta degli Straccioni del 1531.
Grazie ai contatti mercantili con il nord Europa, la città di Lucca accolse la riforma protestante: la presenza di "eretici" in quasi tutte le maggiori famiglie lucchesi era tollerata e minimizzata. Ma la paura di una crociata fiorentina benedetta dal Papa spinse i cittadini a un esilio volontario verso Ginevra e altre città del nord. La Repubblica di Lucca si dimostrò decisa nel mantenere intatta la sua giurisdizione senza adattarsi a interferenze della Chiesa e, successivamente, all'insediamento dell'Inquisizione.
L'esodo di alcune delle maggiori famiglie lucchesi impoverì la città di capitali, risorse umane e culturali. Dal 1556 la riforma del Gonfaloniere Martino Bernardini rese le cariche pubbliche accessibili solo alle famiglie di più antica ascendenza a dimostrazione dell'impronta oligarchica assunta dalla Repubblica di Lucca. Dal punto di vista urbanistico, tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento, la maggior parte dei palazzi dell'aristocrazia cittadina fu rinnovata secondo i canoni dell'architettura contemporanea toscana e le torri medievali in abbandono furono decimate e abbattute. Questi cambiamenti urbanistici si integrarono nel tessuto cittadino che conservò volumi e stratificazioni.

DAL SEICENTO AI NOSTRI GIORNI
Dopo le guerre in Garfagnana (1604-1620) condotte con successo contro gli estensi, la città di Lucca trascorse un periodo di pace e prosperità fino all'arrivo delle truppe napoleoniche nel 1799. La politica lucchese scelse l'adozione di alcuni ideali per conservare la propria libertà: rimanere ai margini degli eventi internazionali, evitare insidi e contrasti con i vicini, creare un sistema difensivo possente per scoraggiare possibili invasioni. Gran parte delle risorse finanziarie statali furono impegnate nella costruzione dell'ultima cinta muraria terminata nel 1645.
La fertilità della campagna, il tessuto economico di piccole e medie imprese e la pace sociale protetta dai governanti permisero il mantenimento del benessere della popolazione. Nel 1628, Lucca diventò definitivamente una repubblica oligarchica: il Consiglio Generale istituì il Libro d'Oro delle 224 famiglie che potevano accedere alle massime cariche, seguendo l'esempio di Venezia. Questa decisione impoverì e irrigidì il sistema politico tendendo alla progressiva chiusura della città e al disimpegno dallo slancio commerciale adottato in passato.
La situazione europea legata a una politica protezionista costrinse i lucchesi a trasferirsi su piazze sempre più lontane e difficili. A partire dal Cinquecento, molti capitali furono rinvestiti nell'agricoltura con bonifiche e coltivazioni estese a tutto il territorio della Repubblica che si arricchiva ulteriormente di ville gentilizie. Mantenendo questa proficua prospettiva, nel Settecento, l'ottimo stato delle finanze consentiva di valutare l'estinzione del debito pubblico. Il governo iniziò a affrontare timidamente alcune riforme di stampo illuminista: nel 1758 un'operazione di pirateria editoriale permise a Ottaviano Diodati e ai suoi collaboratori di stampare la prima edizione italiana dell' Encyclopèdie di Diderot e D'Alembert. Inoltre, nel 1790 fu inaugurata l'Università.

La campagne d'Italia promosse dal Napoleone Bonaparte travolsero Lucca nel 1799. La città poté conservare la sua autonomia, giovando della simpatia dello stesso Napoleone, prima come Repubblica democratica, poi nel 1805 sotto l'impero, come Principato costituzionale affidato alla sorella Elisa e al cognato Felice Baciocchi. Questo periodo segnò l'avvento della cultura neoclassica. Con la caduta dell'impero napoleonico, dopo il congresso di Vienna del 1815, Lucca fu costituita in ducato sotto Maria Luisa di Borbone e poi suo figlio Carlo Ludovico.
Importanti interventi urbanistici furono messi in opera come la costruzione dell'acquedotto a opera di Lorenzo Nottolini e la riapertura dell'Anfiteatro. Nel 1847 Carlo Ludovico firmò la reversione del Ducato di Lucca al Granducato di Toscana mettendo fine alla secolare indipendenza cittadina. Tuttavia, questa mossa favorì in un certo modo Lucca. Gli esponenti dell'antica aristocrazia e quelli della nuova borghesia cercarono un complessivo ammodernamento della città, per entrare a far parte di un contesto più grande, attraverso la riorganizzazione del sistema amministrativo, la promozione dello sviluppo economico e la costruzione di opere pubbliche e infrastrutture, come la ferrovia Lucca-Pisa nel 1846.
Capoluogo del Regno d'Italia, Lucca accusò la perdita dello status di piccola capitale con riscontri negativi come la perdita dell'Università .
Nella seconda metà dell'Ottocento, Lucca vide una nuova ripresa economica soprattutto nel settore agro-alimentare, tessile e cartario grazie allo sfruttamento dell'energia idrica, ricca risorsa del territorio. Intorno alle antiche Mura sorsero le eleganti ville Liberty della nuova classe borghese industriale. Sul territorio costiero nacque l'industria turistica della Versilia che, dagli anni '30, assunse rilievo nazionale con la costruzione dell'autostrada Firenze Mare. Il fenomeno italiano dell'emigrazione si riversò principalmente nelle zone montane della provincia, i cui cittadini si diressero in gran parte verso l'America Latina e gli Stati Uniti in cerca della cosiddetta "fortuna".
I grandi cambiamenti sociali che segnarono il Novecento non furono fortemente vissuti dai Lucchesi che, per il loro relativo benessere e la loro antica tradizione, mantennero un carattere piuttosto conservatore e moderato, anche rispetto alla stessa Versilia dove si svilupparono i fermenti culturali più progressisti. La Seconda Guerra Mondiale risparmiò la città dai bombardamenti, ma riportò danni soprattutto nel territorio con gravi ferite sulla popolazione civile. In particolare nel 1944, la Valle del Serchio e la Versilia soffrirono per il passaggio del fronte della Linea Gotica e per eccidi e rappresaglie, tra i quali si ricorda la strage di Sant'Anna di Stazzema.
Nella seconda metà del Novecento, Lucca ha goduto di un vasto sviluppo industriale costituito da un tessuto di piccole e medie aziende. Negli ultimi trenta industrie del settore cartario e cartotecnico hanno assunto sempre più importanza per i comuni della piana, mentre il settore turistico si è espanso e strutturato nel centro storico e nei dintorni dimostrandosi una ricca risorsa ancora in crescita.